Appalto Concorso a procedura ristretta bandito da Azienda Ospedaliera Universitaria “San Martino”
Committente: Consorzio Login
Categoria: IC
Estensione: 3660 mq ca
Ubicazione: Genova
L’Appalto Concorso fu sospeso a pochi giorni dalla sua scadenza (…)
Paolo Paganucci, Ingegnere per gli impianti meccanici – Marco Dari, Ingegnere per gli impianti elettrici – Giuseppe Gasperini, Ingegnere per le strutture
Il presente progetto riunisce i settori di analisi concentrandoli al primo piano dell’edificio detto “Monoblocco” dell’Ospedale Universitario “San Martino” di Genova ed ha l’obiettivo della centralizzazione di tutta l’attività laboratoristica dell’Azienda Ospedaliera che attualmente è dislocata presso differenti spazi, con conseguente ottimizzazione di servizi e prestazioni.
In fase di progettazione è stata data una rilevante importanza ad alcuni temi sensibili quali la sostenibilità ambientale, il confort, la sicurezza, l’attenzione verso le attività ospedaliere (sia quelle che durante le lavorazioni continueranno a svolgersi sia quelle che insistono negli altri piani) perseguendo la ricerca di soluzioni di minore impatto fra quelle tecnicamente praticabili.
L’RTI ABBOTT-IL-MENARINI-CONSORZIO LOGIN ha analizzato gli spazi disponibili e le esigenze emerse dal CSA, elaborando poi un nuovo layout del Laboratorio in oggetto secondo i più moderni criteri di progettazione e le raccomandazioni scaturite dalla LEAN ENTERPRISE.
L’analisi effettuata prende in considerazione tutto il Laboratorio, sia da un punto di vista strutturale che organizzativo in termini di flussi e di aree di destinazione.
I criteri seguiti da un punto di vista funzionale sono stati:
creazione di macroaree omogenee per materiale biologico e per tipologia di automazione
consolidamento dei carichi di lavoro in aree ridotte e ben definite in funzione del loro peso (volume di attività) e del materiale biologico utilizzato
creazione di flussi dei materiali lineari e senza interruzioni o ostacoli tra le aree di accettazione/smistamento dei campioni e quelle ad elevata automazione/consolidamento
centralità dell’area di accettazione preanalitica rispetto alle aree a maggior carico di lavoro (corelab ed urgenze)
ottimizzazione dei percorsi del personale tecnico all’interno del Laboratorio, nelle singole aree di lavoro e tra i sistemi analitici proposti
Attualmente il piano tipo dell’edificio ha un ballatoio che corre lungo tutto il fronte Sud di larghezza pari a 2,4 m che fa arretrare la facciata. Nel progetto preliminare posto a base di gara è previsto il recupero di questa superficie allineando il prospetto all’attuale parapetto. Ciò comporterà un elevato irraggiamento nelle pareti vetrate che costituiscono la maggior parte della superficie del prospetto Sud. Per ovviare a questo problema si prevedeva la posa di frangisole verticali lungo tutto il prospetto. Tale soluzione risulta essere fortemente impattante sia per la visibilità dell’edificio da tutta la città sia per l’organismo stesso. L’edificio, progettato da L.C. Daneri (l’ architetto che progettò il quartiere Forte-Quezzi, il così detto Biscione) è un chiaro esempio di razionalismo lecorbuseriano riletto sul territorio Ligure: la sua architettura si basa su una lettura tridimensionale del prospetto mediante lo studio delle fasce di luce (i parapetti aggettanti) e quelle in ombra (la facciata arretrata).
L’uso dei frangisole metallici verticali su tutta la lunghezza del piano avrebbe prodotto non solo una “stonatura”, ma avrebbe portato all’annullamento del gioco di luci e ombre così accuratamente progettato. Tale soluzione è indicata solo per facciate orientate a Est o ad Ovest.
La soluzione proposta prevede quindi una pensilina che sormonti la superficie vetrata (opportunamente dimensionata sulla base di specifici diagrammi di irraggiamento al fine di garantire l’ombreggiamento necessario in funzione della stagione): essendo un piano orizzontale sarà visivamente meno impattante ad una lettura complessiva dell’edificio riproducendo inoltre la parte in ombra sebbene questa non sia più arretrata.
Per quanto riguarda il controllo solare, durante i mesi estivi (quando il sole è più alto sull’orizzonte) la radiazione solare verrà intercettata prima di toccare la superficie vetrata, vedendo così scongiurato l’effetto serra nei laboratori e consentendo invece la penetrazione della luce diffusa; durante il periodo invernale, ovvero quando il sole è più basso, aumenterà invece l’apporto di calore consentendo un’illuminazione diretta. In questo modo, anche, l’illuminazione interna degli uffici e dei laboratori è stata studiata per garantire il massimo utilizzo della luce naturale. Data la posizione, tale tipo di schermo non interferisce con la possibilità di affacciamento ed è compatibile con qualsiasi tipologia di apertura del serramento.